UNA CITTÀ ACCOGLIENTE

Che sa utilizzare i riconoscimenti che le sono stati attribuiti e che fa del turismo e dell’accoglienza un proprio tratto distintivo. L’Unesco, ha inserito nella “World Heritage List” otto comuni del Val di Noto: Noto, Palazzolo Acreide, Scicli, Modica, Ragusa, Militello Val di Catania, Caltagirone, Catania, i quali sono contraddistinti da un’omogeneità cronologica, geografica e soprattutto artistica.  I beni artistici, culturali ed architettonici di tali aree rappresentano pertanto un unicum sia nell’ambito della progettazione e della pianificazione urbanistica che in quello artistico-culturale.      

Analoga straordinaria rilevanza ha anche il patrimonio librario-documentale conservato nelle biblioteche e negli archivi della città, grazie al quale è possibile ricostruire le vicende storiche e artistico-musicali sin dalla metà del XV secolo. Ricoprendo il ruolo di guida, la città di Caltagirone ha sempre assunto una funzione propositiva tra gli otto comuni del barocco del Val di noto.  Tuttavia, negli ultimi anni, l’Amministrazione non ha mostrato interesse nel prendere parte alle iniziative proposte. A causa di tale atteggiamento, Caltagirone rischia l’estromissione dalla lista del patrimonio mondiale. Molteplici sarebbero le conseguenze di tale estromissione e causerebbero ingenti danni economici.

Per evitare l’esclusione, Caltagirone deve riconfermare il ruolo e il prestigio avuti nel recente passato, proponendosi come punto di riferimento non solo per le Città Tardo Barocche del Val di Noto ma per tutte le altre appartenenti al Distretto Culturale del Sud Est della Sicilia, con le quali realizzare le migliori strategie affinché il turismo diventi una delle principali risorse di benessere economico-artistico-culturale. È dunque necessario valorizzare e salvaguardare i palazzi, i monumenti, il cimitero monumentale, il giardino pubblico e in particolar modo lo straordinario centro storico della nostra città conosciuta sin dal XV secolo come l’”Urbs Gratissima”

Nell’era digitale la competizione tra destinazioni turistiche si gioca su un mercato globale. Il nostro obiettivo è creare un’offerta territoriale integrata, identificata dal brand Visit Caltagirone, che promuova le esperienze e lo stile di vita del nostro territorio, realizzando una proposta che, attraverso il coinvolgimento di tutti gli operatori economici di Caltagirone, sia in grado di soddisfare ogni bisogno del turista che sceglie di visitare la nostra città nell’ambito della Via Francigena del Sud o via Fabaria.  Per creare un’offerta integrata dobbiamo condividere visioni, strategie e competenze. Fisseremo un calendario di formazione annuale rivolto agli operatori turistici, che verta su cultura dell’ospitalità, conoscenza del territorio, lingua inglese, alfabetizzazione digitale, etc. Gli operatori del nostro territorio devono essere messi in grado di competere nel mercato globale, migliorando gli strumenti e le competenze già in loro possesso.   A tal fine è necessario creare una cabina di regia per una calendarizzazione strategica di eventi, mostre ed iniziative, puntando ad avere una presenza turistica in tutte e quattro le stagioni e aumentando così l’attrattività del nostro territorio anche nei mesi in cui, periodicamente, registriamo una minore affluenza turistica.

Verrà potenziata l’informazione e l’accoglienza turistica attraverso un lavoro di rete con tutti gli operatori turistici privati affincchè il portale web dedicato al Turismo di Caltagirone diventi, in una visione innovativa e digitale, il punto di riferimento del sistema turismo di Caltagirone, anche nell’ottica della costruzione di un Albergo Diffuso in collaborazione con l’intera comunità e di un qualificato supporto al turismo congressuale.

Provvederemo a riqualificare migliorare e potenziare l’area dedicata alla sosta dei Camper dei turisti nella nostra città in una logica di riqualificazione del centro storico e di miglioramento delle sue aree destinate all’accoglienza turistica in collaborazione con il tessuto associativo.   Provvederemo alla realizzazione di itinerari turistici legati a storie e vicende e uomini illustri che connotano Caltagirone attraverso percorsi tematici (Il Percorso Sturziano, Il Percorso Gagini, Percorso Cimitero Monumentale, Il Percorso della Ceramica, Il Percorso delle Chiese e delle Ville Storiche, il Percorso del Liberty siciliano, Il Percorso della tradizione enogastronomica, Percorsi naturalistici che prevedano la visita della necropoli San Mauro, necropoli Rocca, ponte della Rocca ( Reggia Trazzera), Bosco S. Pietro, Calanchi etc.) in collaborazione con la Curia, il Museo Diocesano, la Biblioteca Diocesana e la rete privata degli operatori turistici e dell’associazione regionale delle guide turistiche.

Caltagirone ha un’ampia e unica offerta museale che spazia dall’Arte Contemporanea alla preistoria: l’Ospedale delle Donne, Villa Patti, il Carcere Borbonico, Palazzo Reburdone, il Museo ex Fornace Hoffman, il Museo del Presepe “L. Colaleo”, Palazzo Libertini, il Museo Naturalistico di Santo Pietro, a cui si aggiungono la Biblioteca Comunale “E.Taranto“  e l’Archivio storico comunale, che da anni  patiscono l’assoluta ‘disattenzione’ da parte dell’Amministrazione comunale.  Sono luoghi che contengono un prezioso patrimonio culturale che deve essere recuperato, conservato, restaurato. Sarà dunque necessario realizzare una rete museale, “CaltagironeMuseo” Officina del Sapere, per rafforzare la fruizione e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, museale e naturalistico del territorio.  Aprire dopo anni di ingiustificata chiusura le porte del MACC di Caltagirone ai giovani artisti vuol dire instaurare sinergie tra i linguaggi più contemporanei dell’arte e le istituzioni rendendo possibile un’offerta turistica e culturale variegata e di grande profilo connettendola a tutti i centri di arte contemporanea siciliani ed europei. Si organizzeranno visite ai depositi dei musei, da intendersi come veri caveau della Grande Bellezza, negletti da troppi anni e scrigni di Arte capaci di costituire reali volani di economia culturale nello spirito della Carta di Catania.

Pensiamo che una città sia accogliente se si permea di bellezza e se restituisce bellezza a chi la visita. Riteniamo pertanto necessario affrontare il tema del decoro urbano all’interno di una strategia che tenga conto di una regolamentazione che punti su un piano del colore del centro storico e sulla condivisione con la città di vincoli di tutela legati all’esistente e alle modalità di restauro e messa in sicurezza.

In relazione alla recenti norme sui benefici fiscali su edifici pubblici (edilizia residenziale pubblica in testa all’IACP) e privati si prevede l’istituzione di un Ufficio dedicato per sostenere le procedure e le pratiche inerenti all’ECOBONUS, al SISMABONUS. In generale saranno stimolati interventi di recupero e riqualificazione degli immobili privati con agevolazioni fiscali a fronte di un uso legato allo sviluppo sostenibile; indirizzando le azioni alla valorizzazione degli elementi emergenti del tessuto storico della Città nell’ambito del riconoscimento dell’UNESCO.

Al pari verrà definito un piano strategico di contrasto al dissesto idrogeologico che caratterizza i profili del nostro centro storico attraverso la messa in sicurezza dei confini/margini e la riforestazione dei valloni circostanti.

Crediamo sia imprescindibile l’attivazione di piano di recupero per il centro storico, un piano particolareggiato che abbia la funzione di preservarlo, valorizzarlo e rilanciarlo.  A questo proposito avanzeremo al legislatore regionale una proposta di legge che, facendo leva sulla legge 457 del 1978, possa rendere possibile il finanziamento di specifici progetti pubblici e privati per il nostro centro storico.

In tal senso occorre prevedere in modo primario gli strumenti urbanistici in grado di fornire le linee di sviluppo in materia di recupero e pianificazione urbana, anche tramite l’attuazione dello strumento della ”perequazione urbanistica”, istituendo l’Ufficio del Piano e della gestione dinamica dello stesso.

A Caltagirone manca da troppo tempo una seria politica culturale e di valorizzazione del patrimonio culturale, dunque il nostro impegno da ora in poi sarà quello di creare cultura e partecipazione attraverso la Rinascenza della bellezza e la Progettazione della bellezza. 

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare su tre ambiti, insegnare la bellezza e educare alla bellezza le nuove generazioni, creare godimento attraverso la fruizione della bellezza/cultura e coinvolgere emotivamente i fruitori della bellezza creando un movimento collettivo, un movimento corale e opportuni percorsi sensoriali e percettivi secondo le nuove indicazioni della didattica museale/ beni culturali.

È necessario che Caltagirone, sede della Diocesi Calatina, in qualità di comune capofila, torni ad avere un ruolo di regia dei processi di sviluppo di tutto il comprensorio, anche in ambito culturale, per costruire reti/sistemi in grado di valorizzare e promuovere l’enorme patrimonio storico, culturale, ambientale, architettonico, archeologico che insiste sul suo territorio.

Per sottrarre al degrado grandi parti del nostro territorio, sarà necessario coinvolgere i cittadini in azioni virtuose che educhino alla cura e alla tutela dei beni comuni.  Daremo vita a Patti di Collaborazione, attraverso i quali il Comune e i cittadini concordano un progetto di riqualificazione di quei luoghi (proposto dai cittadini stessi) e grazie a tali patti i cittadini vengono legittimati a prendersi cura dei beni comuni e li restituiscono alla comunità come luoghi fruibili per tutti, attraverso pratiche di rigenerazione che possono determinare anche nuove forme di sviluppo locale.

L’idea di bellezza dovrà coinvolgere anche il Cimitero Monumentale di Caltagirone la cui valenza non dev’essere circoscritta a luogo della memoria dei nostri defunti, ma anche a luogo di straordinaria valenza architettonica e culturale oggetto di valorizzazione e promozione.  Anche le feste religiose andranno inserite nella lista dei beni culturali immateriali, supportandole con attività di promozione e valorizzazione in chiave culturale e turistica e identitarie per il popolo siciliano.

Accoglienza e bellezza implicano necessariamente coinvolgimento e condivisione, valorizzazione e promozione.  Riteniamo pertanto necessario attivare un Urban Center che abbia come obiettivo osservare la città e il suo cambiamento, attraverso una serie di conferenze, workshop e dibattiti pubblici e l’istruzione di concorsi e competizioni pubbliche sulla rigenerazione degli spazi della città.  L’Urban Center raccoglierà idee, proposte, suggestioni ed osservazioni, sarà luogo di studio, ricerca e di confronto con l’intento di coinvolgere le persone e di produrre un processo virtuoso di partecipazione e condivisione. Per creare un cambiamento in positivo sul territorio, smuovere la società civile e più semplicemente per generare bellezza. 

Anche la Ceramica e la tradizione delle figurine da presepe di Caltagirone è entrata a far parte della lista dei beni immateriali dell’umanità secondo una delibera assessoriale della regione Sicilia del 2005 che, recependo la Convenzione UNESCO di Parigi del 2003, che istituisce nella legislazione mondiale il termine “bene immateriale”, stabilisce che l’artigianato di tradizione e di eccellenza è un bene immateriale e quindi come tale è oggetto di vincolo. Dunque già da 15 anni la nostra tradizione ceramica è di fatto un bene culturale immateriale e quindi è già oggetto di vincolo. Da questo punto di vista i ceramisti devono avere la consapevolezza che ciascun segno, ciascun tratto tracciato dal loro pennello è oggetto di vincolo!

È arrivato dunque il momento di intraprendere un percorso che apra a rapporti con le università e le accademie che sia in grado di promuovere e rilanciare il settore della ceramica nella sua interezza, guardando al passato ma anche al futuro e alle nuove ingegnose soluzioni sperimentate da diversi imprenditori ceramisti nel settore dell’edilizia e dell’arredamento.

Il ruolo dell’amministrazione deve essere quello di indirizzare e dirigere una strategia di marketing territoriale del nostro patrimonio artistico, culturale, storico e di tradizioni, in primis tutelando la nostra ceramica dalla concorrenza sleale. A tal fine serve riprendere il Marchio Decop istituito nel 2003, il cui acronimo significa “denominazione comunale di provenienza”, che rappresenta per i ceramisti una tutela per difendersi dalla concorrenza sleale di chi utilizza abusivamente il Brand Ceramiche di Caltagirone. Ma il marchio è anche una garanzia di tutela per il consumatore, poiché il disciplinare Decop garantisce la provenienza, la produzione secondo certi standard artistici e qualitativi e il rispetto della tradizione.  È quindi necessario rivederlo e aggiornarlo ma soprattutto promuoverlo e valorizzarlo con una strategia di marketing territoriale

Inoltre riteniamo sia necessario creare la Consulta dei Ceramisti quale organo di indirizzo nei confronti dell’Amministrazione, per coordinare le opportunità che a livello nazionale ed internazionale si presenteranno. Nostro obiettivo è infatti perseguire sempre una logica di partecipazione, che non può prescindere dal coinvolgimento degli attori protagonisti del settore, puntando sulla riattivazione e il rilancio della Biennale della Ceramica.

Attiveremo attività di coinvolgimento Liceo Artistico di Caltagirone per definire e individuare percorsi formativi e scolastici che portino all’interessamento all’arte della ceramica quale settore identitario della nostra comunità.  Chiederemo ai maestri artigiani della nostra città di adottare una delle tante scale minori del nostro centro storico abbellendole con inserti ceramici e costruendo un percorso da proporre a turisti, visitatori e residenti.  Per andare realmente incontro alle esigenze dei ceramisti incentiveremo misure di sostegno per i costi dell’energia elettrica, che rappresentano una voce pesante nel bilancio dei ceramisti. Una soluzione in tal senso può essere rappresentata dalla comunità energetica (CE), ossia una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre e consumare energia rinnovabile attraverso uno o più impianti energetici locali.   Le comunità energetiche sono accomunate infatti da uno stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.  Tutto questo si può realizzare installando pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica su un terreno di proprietà del Comune e realizzando appunto una comunità energetica. 

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